La scelta dello strozzatore rappresenta un elemento cruciale nella preparazione e nell’ottimizzazione delle performance durante una battuta di caccia.
La sua configurazione influisce direttamente sulla distribuzione del colpo, sulla precisione e sulla portata, determinando così l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi di caccia. La scelta accurata dello strozzatore può fare la differenza tra un tiro preciso e un colpo inefficace, incidendo significativamente sui risultati e sulla qualità dell’esperienza venatoria.
Pertanto, comprendere le caratteristiche tecniche e le applicazioni specifiche delle differenti tipologie di strozzatori è fondamentale per ogni cacciatore che desideri migliorare le proprie performance e adattarsi alle diverse condizioni di caccia.
Naturalmente, la scelta dello strozzatore e, in generale, l’esperienza di caccia è un momento personale e le proprie scelte sono dettate da diversi fattori, talvolta anche soggettivi e legati a preferenze personali: tuttavia la conoscenza di peculiarità e caratteristiche degli strozzatori può guidare il cacciatore verso la scelta più adatta alle proprie esigenze.
Cos’è lo strozzatore (anche noto come choke)

Strozzatori Beretta colorati per fucili da caccia, disposti su piano scuro: disponibili in diverse constrizioni per adattare la rosata a ogni esigenza di tiro.
Per chi è alle prime armi, è bene sapere che lo strozzatore, o choke, è un componente fondamentale del fucile.
È la parte finale della canna (oggi quasi tutti i fucili montano strozzatori interni) che determina l’ampiezza e l’efficacia della rosata, ovvero come si distribuiscono i pallini dopo lo sparo. Nello specifico, possiamo riassumere che:
Lo strozzatore stretto mantiene i pallini più compatti.
Lo strozzatore aperto (cilindrico) consente una rosata più larga e immediata.
La scelta incide su:
la distanza utile di tiro
lo spazio di azione
il margine d’errore
...e tutto dipende dal tipo di caccia, dal selvatico e dall’ambiente in cui ti trovi.
Nel bosco fitto o nel campo aperto?
Chi caccia nel bosco lo sa: servono strozzature larghe.
L’involo improvviso di un fagiano a dodici passi dal fosso non lascia tempo di mirare, così come una beccaccia che frulla dalle ginestre sopra la tua testa sull’Isola di Bute. Qui serve una rosata che si apra subito: cylinder o improved cylinder fanno davvero la differenza.
Non è solo una questione di bravura… è fisica.
Uno strozzatore troppo stretto, a quelle distanze, rischia di “rovinare” il selvatico o di mancarlo di mezzo metro.
Al contrario, in campo aperto, senza ostacoli, con cani da ferma e selvatici che si alzano più lontano, i tempi cambiano. Il volo è più regolare.
Qui è meglio una strozzatura più chiusa — tipo modified o full — per mantenere la rosata compatta e arrivare più lontano con efficacia.
Queste sono le tipiche strozzature della caccia agli anatidi.
Strozzatore e cartuccia: una sinergia fondamentale

Operatore al banco di lavoro utilizza la chiave per strozzatori per avvitare lo strozzatore all'interno delle canne del fucile da caccia.
Altro componente di fondamentale importanza, spesso però trascurato, è la cartuccia.
Anche con il miglior strozzatore disponibile, la sua efficacia sarà limitata se la cartuccia non è adeguata alle esigenze di caccia. La compatibilità tra strozzatore e cartuccia è essenziale per ottenere una rosata ottimale e un tiro preciso.
Numerosi fattori influenzano la qualità della rosata: velocità del colpo, tipo di polveri e inneschi, materiale del bossolo, tipo di borra, presenza di piombo o acciaio, e peso del caricamento. Ognuno di questi elementi contribuisce a determinare la dispersione dei pallini e l’efficacia del colpo.
Il tema delle cartucce è complesso e ampio, tanto che sono stati scritti molti testi dedicati. La discussione tra cacciatori su quale sia la soluzione migliore si protrae spesso per ore, sottolineando quanto questa componente sia cruciale per il successo venatorio.
Il consiglio principale è di sperimentare e costruire un’esperienza personale sul campo. Verificare direttamente, con prove pratiche e osservazioni, i risultati delle cartucce utilizzate permette di adattare le scelte alle caratteristiche dell’arma e alle modalità di caccia. Non affidarsi solo alle indicazioni sui pacchi, ma testare sul campo con bersagli, aiuta a evitare frustrazioni durante la stagione.
Per casi particolari, come la caccia alle anatre dal capanno, dove i tiri sono spesso lunghi, uno strozzatore full è quasi indispensabile per una rosata compatta a lunga distanza. Tuttavia, con pallini d’acciaio, bisogna fare attenzione: una strozzatura troppo chiusa può compromettere la compatibilità tra canna e munizione. È sempre consigliabile consultare le indicazioni del produttore e, in caso di dubbi, rivolgersi a un armiere di fiducia.
Per chi caccia alle beccacce nel bosco, invece, sono preferibili strozzatori molto aperti, che favoriscono una dispersione più ampia e una copertura efficace in ambienti a vegetazione fitta e a distanze ravvicinate.
Se usi un fucile a canne sovrapposte o giustapposte, puoi montare due strozzatori diversi: uno aperto per il primo colpo, uno più chiuso per il secondo.
Se invece hai un semiautomatico con strozzatura fissa, dovrai lavorare sulle munizioni:
cartucce dispersanti o borra in feltro per il primo colpo,
cartucce con borra contenitore per il secondo.
A caccia di beccacce, tutto si decide nei primi metri.
Uno skeet o un cylinder può fare davvero la differenza… e premiare anche il duro lavoro del tuo cane.
Ci sono giorni in cui hai la combinazione perfetta: strozzatore giusto, cartuccia adatta, tutto al posto suo…eppure tiri male.
E poi ci sono giornate in cui non sai nemmeno che strozzatore hai montato, ma tiri pulito, come fossi in finale olimpica.
Fa parte del gioco. E anche per questo, la caccia non smette mai di emozionare.
FAQ: i dubbi frequenti dei cacciatori
Che strozzatore devo usare per cacciare nel bosco fitto?
Meglio uno molto aperto, tipo cylinder o improved cylinder. Serve una rosata che si apra subito, perché il selvatico parte da vicino e hai poco tempo per mirare.
E se invece sono in campo aperto?
Lì è un’altra storia. I selvatici si alzano più lontano, quindi conviene usare una strozzatura più chiusa, tipo modified o full. Così la rosata resta compatta più a lungo e arrivi più lontano con efficacia.
Meglio usare sempre lo stesso strozzatore o cambiarlo?
Dipende. C’è chi non lo cambia mai, chi invece lo adatta ogni volta. L’ideale è provare, fare esperienza e trovare la combinazione che funziona con la tua arma e con la caccia che fai.
Cosa usare per le anatre?
Tiri lunghi e selvatici diffidenti: spesso serve un full. Però attenzione se usi pallini d’acciaio. Non tutte le canne reggono strozzature troppo strette con l’acciaio. Meglio leggere le indicazioni del produttore o sentire l’armiere.
E per la beccaccia?
Strozzatore aperto, sempre. Cylinder, skeet o al massimo improved cylinder. Se hai doppietta o sovrapposto puoi mettere due strozzatori diversi, uno per ogni colpo.
Con il semiautomatico cosa si fa?
Se ha la strozzatura fissa, lavora sulla cartuccia. Per esempio, usa una dispersante per il primo colpo e una più chiusa per il secondo. Così compensi un po’ la mancanza di scelta sullo strozzatore.
C’è un modo per sapere se sto usando la combinazione giusta?
Sì: provare al campo. Metti un bersaglio, spari con le cartucce che usi di solito e vedi com’è la rosata. Ti fai un’idea precisa, molto meglio che affidarti solo alle etichette.
Vale la pena provare tanti diversi tipi di strozzatore?
Sì, assolutamente, provali tutti. Magari all’inizio sbagli qualcosa, ma ti costruisci un’esperienza vera, personale. E col tempo impari a capire cosa funziona davvero per te.
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