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Come scegliere un’ottica da caccia

Ottica montata su carabina da caccia

Ci sono cose che impari col tempo, altre che capisci solo quando sei lì, sdraiato a terra a 3200 metri d’altitudine con il fiato corto, le mani gelate che tremano sul calcio e la sagoma del selvatico che si staglia piccola nella valle. In quel momento ti rendi conto che l’ottica non è un semplice accessorio: è il tuo unico collegamento affidabile tra occhi e bersaglio. Sceglierla bene non è una scelta tecnica: è una questione di fiducia. E quando sei lì, con il cuore che batte forte, quella fiducia deve essere cieca.

 

Ogni vero cacciatore ha provato sulla sua pelle la differenza tra la tranquillità di sapere di avere in mano lo strumento perfetto e il dubbio che qualcosa possa andare storto, perché non siamo sicuri dello strumento. Questa serenità nel momento clou è parte del piacere della caccia.

 

La prima domanda da farsi è sempre la stessa: che tipo di caccia fai davvero? Perché l’ottica si sceglie in base a dove, quando e come la userai. Se fai aspetto da altana, ad esempio, ti serve un’ottica luminosa, con una campana da 50 o se cacci animali più notturni un 56 mm con una trasmissione di luce elevata (almeno sopra il 90%). In questi casi, quando la luce va via, serve vedere bene per distinguere sagoma e dettaglio anche all’ultimo minuto utile. Se invece ti muovi molto nel bosco, alla cerca o alla vagante, o se cacci un animale che “esce prima” meglio preferire un’ottica più compatta, leggera, con ingrandimenti contenuti (tipo 1-6x o 2-10x) e un ampio campo visivo. In quei casi serve rapidità, non potenza.

 

Chi invece vive la montagna lo sa: ogni grammo conta. Non puoi portare su un fucile pesante e una lente grossa. In quota il colpo è spesso lungo, il terreno instabile, il vento costante. Qui entra in gioco la precisione delle torrette, la nitidezza ai bordi, il reticolo fine e chiaro. L’ottica deve essere robusta, leggere bene i riferimenti e aiutarti quando il bersaglio è piccolo, lontano e magari pure in controluce.

 

E poi ci sono situazioni estreme. Come nella caccia alla capra Marco Polo. Sei a 4000 metri, l’aria è sottile, il respiro ti spezza e ogni passo è una fatica. Quando finalmente ti fermi per sparare, il corpo continua a muoversi da solo. Il tiro è spesso oltre i 350-400 metri. Hai un solo colpo, e non puoi permetterti errori. Serve un’ottica con lente di altissima qualità, che tenga la nitidezza anche con l’aria vibrante e l’effetto miraggio che sfuma i contorni. Serve una torretta precisa, senza giochi, e un reticolo che non ti oscuri la vista. Perché lì sei davvero da solo, e ogni errore non viene perdonato.

 

Al polo opposto, ma con la stessa intensità, c’è la caccia in Africa. Savana aperta, nessun appoggio, sole che distorce tutto. Gli animali ti guardano: decine, a volte centinaia di occhi. Devi scegliere il capo giusto, spesso in movimento, tra altri identici. Il tiro è lungo, tra i 200 e i 350 metri. Qui l’ottica non deve solo essere precisa: deve essere reattiva, fluida, leggere bene tra le vibrazioni dell’aria calda. Una variabile tipo 3-12x o 4-16x è perfetta. Ma attenzione: campo visivo ampio, vetri trattati, reticolo sottile e, magari, illuminato in modo intelligente. Perché la luce africana inganna, e il miraggio può essere il tuo peggior nemico.

 

E poi, diciamolo, c’è anche il romanticismo. Quello della caccia al bufalo cafro con l’express a cani esterni dotato solo di tacca e mirino. Bellissimo. Finché il bufalo non parte. Quando ti carica a 30 metri e ti viene addosso come un treno, il tempo per cercare la tacca semplicemente non c’è. In quei casi, un bel punto rosso ti salva la vita. Magari rovina la poesia, ma ti fa tornare a casa sano e salvo.

 

E qui si apre una discussione che merita attenzione: torretta balistica sì, o torretta no?

 

È un tema che divide, anche tra cacciatori esperti. Da una parte c’è chi la considera uno strumento tecnico come un altro, utile, affidabile, moderno. Dall’altra, chi la guarda con diffidenza, come qualcosa che rischia di farci dimenticare il limite, l’etica, l’arte del sapersi avvicinare o di saper accettare la sconfitta con la stessa gioia di una vittoria.

Vantaggi e svantaggi della torretta balistica

Carabina da caccia con ottica Steiner

Carabina da caccia con ottica montata: esempio di configurazione ideale per battute di caccia in ambiente boschivo.

Partiamo dai fatti. La torretta balistica, se usata bene, permette tiri precisi anche a lunghe distanze, perché consente una regolazione millimetrica del punto d’impatto in base alla distanza reale del bersaglio. È una risorsa enorme in situazioni particolari, come la caccia in Asia centrale. Hai un colpo, una sola occasione nella vita, su un animale in campo aperto che non rivedrai mai più, in un ambiente dove è impossibile avvicinarsi oltre. In quei momenti, sapere che puoi contare su un’ottica tarata al decimo di MOA, e su una torretta che non si muove nemmeno se la tratti male, fa davvero la differenza. Non c’è niente di sbagliato in questo, anzi: è senso di responsabilità, volontà di fare bene e non ferire.

 

Ma poi ci sono altre situazioni, più quotidiane, più vicine. Prendiamo la caccia in quota al camoscio. Sei nel tuo comprensorio alpino, dove magari cacci da vent’anni. Hai un paio di capi assegnati di cui uno bello e uno yearling, conosci la zona come le tue tasche. Eppure, a volte, la tentazione è forte: il capo è a 450 metri, l’appoggio non è male, la torretta è lì, pronta. Ma è davvero giusto provarci? È una domanda che ognuno dovrebbe farsi da solo. Perché in certi contesti, quella regolazione perfetta può diventare un pretesto per tirare comunque, anche quando le condizioni – vento, stabilità, lettura della distanza – non sono ideali. E lì non è più una questione tecnica, ma di etica personale.

 

La verità è che la torretta non è né giusta né sbagliata. È un attrezzo. Può servire quando le condizioni lo richiedono, può essere superflua quando il contesto chiede prudenza. Come sempre, è il cacciatore a fare la differenza. È lui che deve scegliere quando usarla, e soprattutto quando no.

Qualche consiglio tecnico finale, per chi vuole scegliere l’ottica da puntamento con criterio

Cacciatore in puntamento

Cacciatore che mira appoggiando la carabina con ottica su un appoggio naturale per valutare reticolo, ingrandimento e resa in condizioni reali.

La trasmissione della luce è fondamentale: le migliori ottiche raggiungono il 92-95%, ma già oltre il 90% sei a un ottimo livello. Il reticolo balistico è utile sopra i 200-250 metri, ma per la caccia classica meglio un reticolo semplice, senza troppe linee che distraggono. Le torrette? Esposte se fai selezione o tiri lunghi; meglio coperte se ti muovi nel bosco, così non rischi di spostarle per sbaglio. Ingrandimento minimo: se cacci nel fitto, deve partire basso, da 1x o 2.5x. Una campana da 56 mm è ottima per chi sta fermo e caccia fino all’ultimo minuto; una 42 o 50 mm va benissimo per chi si muove.

 

Scegliere un’ottica da caccia non è una scelta da fare pensando al portafoglio. È pensare piuttosto a dove ti troverai, con che cuore tirerai, con che rispetto osserverai. Perché quell’istante, quando il dito sfiora il grilletto e l’occhio guarda dentro la lente, dice molto più di mille parole. Se hai scelto bene, l’ottica ti farà vedere chi sei. E sarà sempre lì, con te, nei momenti che contano.

FAQ: dubbi e domande sulla scelta dell’ottica migliore

Con 500 euro che ottica posso acquistare?

Un’ottica onesta. L’importante è che sia chiara, stabile e che tenga la taratura. Ma non aspettarti prestazioni da professionista all’alba o oltre i 300 metri.

 

Meglio il reticolo sul primo o sul secondo piano focale?

Primo piano se usi riferimenti balistici seri, secondo piano se vuoi che il reticolo ottico resti sempre sottile. Per la caccia normale, il secondo piano è più diffuso e intuitivo.

 

Vale la pena comprare un’ottica usata?

Sì, se conosci chi te la vende. Controlla le lenti, le torrette, e che non sia stata danneggiata. Soprattutto le ottiche che hanno fatto la montagna possono essere state compromessa da un urto con la roccia. Con un po' di attenzione un buon usato può essere un affare.

 

Il punto rosso su una carabina da battuta?

Ormai è la regola. Se cacci nel fitto, fa tutta la differenza. Acquisizione rapida, visione istintiva, efficacia.

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